ANA Sezione Valdostana

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ANNO 2024
Livio Prato , il Decano del Gruppo  Alpini Aosta
95 anni , mani forti che hanno accarezzato mille pareti di roccia e ghiaccio , il fisico asciutto e nervoso di sempre , occhi curiosi , lo sguardo  attento perché la memoria di un “ profugato “  ricorda tutto .!
Livio Prato , da sempre iscritto al Gruppo Alpini Aosta , è un Decano speciale . Alpinista Accademico del CAI , Cavaliere della Repubblica , Croce d’Oro per anzianità di Servizio. In occasione del suo Compleanno con l’Alfiere Alberto , la Madrina Gabriella ed il Consigliere Giuseppe  decidiamo di fargli una sorpresa , rendendo così Onore al suo percorso di vita , al servizio della Patria. Il Capo Gruppo Carlo Gobbo : “  Abbiamo preparato tutto grazie  alla complicità della sua dolcissima sposa Francesca e del figlio Emanuele.   Lo abbiamo commosso e qualche lacrimuccia è spuntata …non solo a lui Gli abbiamo portato il Crest del Centenario ed il Gagliardetto  ma soprattutto gli abbiamo portato l’abbraccio e l’affetto di tutta la grande Famiglia degli alpini valdostani .”  Livio Prato nasce a Pola , oggi cittadina  che si affaccia  sulla punta dell’Istria Croata , il 9 agosto del 1929 da Angelo ed Antonia Costessi. Primogenito di tre fratelli ( Livio , Angelo e Claudio ) trascorre la sua infanzia in Istria , dapprima a Icici  e successivamente a Laurana . Frequenta la scuola a Fiume ma soprattutto vive con la sua famiglia l’instabilità quotidiana  che lo vede  testimone delle vicende  che coinvolgono gran parte della comunità italiana . “ Ho visto orrori terribili , impossibile dimenticare le immagini di sommarie esecuzioni , corpi che penzolavano  dalle forche , la paura e la miseria di tanta gente che fuggiva dai comunisti di Tito.. Brutte  cose , troppo brutte .” Il racconto di Livio  si ferma , si spezza . ..Nel 1943 con la famiglia si rifugia prima a Fiume  poi a Trieste . A 14 anni fa i lavori più disparati : scava buche per la ripiantumazione del Boschetto , lavora al porto dove si sta ricostruendo il cantiere navale , fa girare le pompe a mano che danno aria ai palombari impegnati nel la bonifica delle acque del porto.
Il 17 gennaio 1948 si arruola volontario nell’Esercito , frequenta il CAR a Treviso e successivamente viene mandato a Modena, Spoleto , Cesano di Roma , Caserta  dove frequenta i corsi  da Sottufficiale  . Diventa Sergente Maggiore e il 13 novembre 1954 è trasferito alla Scuola Militare Alpina di Aosta in qualità di Istruttore di Sci ed Alpinismo. Le sue doti sono notevoli e si impone per la qualità della sua tecnica  tanto da essere inviato di volta in volta in diverse località dove è protagonista di ascensioni importanti . “  Tra tutte ricordo  in modo particolare  la nuova via di 6° Grado  che aprii quando ero in forza all’8° Reggimento.  Eravamo a Tolmezzo, durante lo svolgimento dell’ultimo Corso Alpieri nel Gruppo dello Jof Fuart ( Alpi Giulie ) sulla parete est di Punta Prez. Ero con l’alpino Michele Alverà del  Battaglione Feltre . Abbiamo aperto  una nuova via su di una parete difficile , alta 170 metri , con difficoltà di 6° grado , con una esposizione sempre assoluta.”   A Moggio Udinese  conosce una ragazza , Francesca Tessitori . “ Era bellissimo , mi sono innamorata subito  di lui . A quei tempi non ci si poteva frequentare più di tanto , le mie amiche mi dicevano di non perdere la testa perché tanto non lo avrei più rivisto .” Gli occhi di Francesca brillano di una luce straordinaria quando ricorda la sua storia d’amore. “ Livio infatti fu richiamato ad Aosta  ma un anno dopo  ritornò . Bussò alla porta dei miei genitori e mi chiese di sposarlo .”!  Il matrimonio fu celebrato il 10 novembre del 1957 , nel 1959 nacque Emanuele e nel 1964 Andrea.
Il suo impegno di Istruttore era  totale e per venti anni Livio Prato  rimase attaccato alle pareti di roccia e ghiaccio delle Alpi : “  Ho scalato tutte le cime  ed ho insegnato a stare sugli sci a centinaia e centinaia di alpini.  
Poi un giorno decise di smettere , andò nell’Ufficio del Generale Comandante al Castello Cantore e chiese di  essere assegnato ad un incarico amministrativo . Lo stupore fu grande  ma la decisione di Livio era irrevocabile . Quale fu  il motivo ?  Ce lo racconta il figlio Emanuele .” Un giorno papà tornò a casa da una delle sue innumerevoli missioni e, aperta la porta di casa gli corse  incontro  mio fratello Andrea che all’epoca aveva  circa due anni . Con le braccia aperte Andrea lo chiamò …” mammaaaa !! . Papà capì che doveva smettere di fare il giramondo . “  
Livio Prato si congederà anni dopo con il Grado di Maresciallo Maggiore Aiutante  . Il suo mito è consegnato alla storia della Scuola Militare Alpina .
Carlo Gobbo.
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