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Rientrato lo stato di allarme per la Frana del Mont de la Saxe

Ripercorriamo le tappe salienti dell’emergenza con il capo della Protezione Civile Valdostana, Pio Porretta.

 

Dopo aver tenuto in apprensione per quasi un mese non solo gli abitanti di Courmayeur ma anche tutti i Valdostani, gli amministratori e gli operatori della sicurezza, la frana del Mont de la Saxe ha rallentato il suo moto, consentendo il rientro degli abitanti di La Palud nelle proprie abitazioni e un graduale ritorno alla normalità anche  per l’intera Struttura di Protezione Civile della Valle d’Aosta.

Ripercorriamo le tappe di questo intenso mese di emergenza con il capo della Protezione Civile Regionale, Pio Porretta.

Il 10 gennaio di quest’anno il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza per l’area interessata dal movimento franoso. Il 3 aprile la struttura regionale incaricata delle attività geologiche ha presentato un rapporto nel quale veniva segnalato lo stato di “allarme” e  l’8 aprile, la stessa ha inviato alla struttura regionale di protezione civile la comunicazione di “stato di probabile crollo imminente”, che dava avvio al  Piano regionale di protezione civile.”

Nel quadro generale, a seguito di crolli, il 17 aprile è stata anche disposta l’applicazione della procedura operativa Piano viabilità-Frana La Saxe,  con la sospensione della circolazione sul tratto terminale della SS26, ovvero poco prima dell’imbocco del Traforo del Monte Bianco, dalle ore 20 circa alle ore 23. Cinque giorni dopo, il 22 aprile, abbiamo ricevuto la visita del Prefetto Franco Gabrielli, che ha voluto personalmente rendersi conto della situazione, incontrare i responsabili della sicurezza, gli amministratori e la popolazione locale e presenziare alla consegna dei lavori alle ditte incaricate della costruzione del vallo di protezione.”

“Le attività di Protezione civile  sono proseguite fino al 29 aprile, quando è stata dichiarata la“cessazione  dello stato di probabile crollo imminente” ed è stato quindi disposto  il rientro al livello di attivazione del Piano regionale di protezione civile: “PREALLARME”.

Ma l’emergenza per la Frana di La Palud ha lasciato anche un altro segno profondo: la consapevolezza del funzionamento di un sistema in tutte le sue componenti, dei professionisti e dei volontari.

Per il coordinamento del Sistema regionale di protezione civile è stato convocato varie volte il tavolo tecnico, composto dalle strutture operative regionali, per l’analisi delle situazioni createsi e per discutere delle relative misure da  adottare. Infatti, il Sistema di Protezione civile regionale per la gestione dello stato d’allarme ha  coinvolto tutte le sue componenti operative, tra le quali  le otto associazioni di volontariato convenzionate con la regione, ovvero Associazione Nazionale Alpini, Associazione Nazionale Carabinieri, Gruppo Comunale di Protezione Civile di Verrès, Gruppo Sommozzatori Valle d’Aosta, Psicologi per i Popoli, Unità Soccorso e Ricerca di Courmayeur, Valle d’Aosta Motorsport, Volontari del Soccorso della Valpelline ed i Vigili del Fuoco Volontari”.

I numeri di questa partecipazione sono sicuramente di notevole importanza. – ha concluso Pio PorrettaInfatti solo  i volontari coinvolti sono stati in totale 286, 163 volontari di Protezione Civile e 123 Vigili del Fuoco volontari, assicurando ben 693 turni, 542 coperti dai volontari di Protezione Civile e 151 coperti dai Vigili del Fuoco volontari”.

Stefano Meroni

 

Foto 1: Un momento delle attività del Sistema di Protezione Civile a La Palud (da sx Fabio Scuttari, Roberto Motta, Maria Alba Arvat e Sergio Zoppo).

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