Una
delegazione della Protezione Civile ANA in visita a Cameri
Gli Alpini
Valdostani alla scoperta dei velivoli dell’Aeronautica Militare.
Uno degli slogan più toccanti, che hanno segnato
l’indimenticabile Adunata Nazionale di Aosta del 2003, era forse “Una penna
serve per scrivere, per volare, per amare”.
E se è, certo, scontato che la penna serva per
scrivere, per condividere emozioni, è altrettanto scontato che, in alcuni casi,
occorra prenderla, come sto facendo ora, per raccontare momenti indimenticabili
ed unici.
Che la “nostra” Penna Nera, serva a noi Alpini per
amare, è altrettanto assodato, e, con un po’ di falsa modestia, credo che al
nostro Paese lo abbiamo dimostrato in oltre 100 anni di storia, in guerra e in
pace, attraverso la solidarietà, la vicinanza, la condivisione degli ideali e
dei valori di Patria e di civiltà.
Diventa molto emozionante quando questi valori li
ritroviamo perfettamente trasposti in quanti, la penna, o meglio, l’ala, la
utilizzano per volare davvero, staccandosi da terra con tutti questi ideali nel
cuore: l’Aeronautica Militare Italiana.
Forse anche questo c’era nella esperienza
indimenticabile, nella giornata di martedì 21 ottobre 2014, vissuta da una
rappresentanza della Unità di Protezione Civile della Sezione Valdostana
dell’Associazione Nazionale Alpini, presso l’Aeroporto Militare di Cameri.
Guidata dal Coordinatore Regionale, Lorenzo Grange
la delegazione, che comprendeva anche Renato Vilfort,
Mauro Chiattone Bordon, che tra l’altro è pilota
commerciale di elicotteri, e Stefano Meroni, è stata accolta con un affetto
enorme dal Comandante del 1° Reparto Manutenzione Velivoli, il Col. Flavio
Guercio, a capo del reparto che si occupa per l’Italia della manutenzione di
terzo livello delle macchine delle linee “Tornado” ed “Typhoon-Eurofighter”.
Il Col. Flavio Guercio è un amico di vecchia data,
appassionato del proprio lavoro e di grandissima professionalità, a capo da
circa un anno del Reparto che ha il compito di garantire le ore di volo
necessarie ai reparti della Forza Armata, attraverso la manutenzione di terzo
livello dei velivoli, un reparto d’eccellenza, unico in Italia, nel quale
quotidianamente esprimono la loro professionalità uomini e donne “con le
stellette” e personale civile di altissimo profilo, che ci hanno illustrato,
pezzo per pezzo, i velivoli di punta oggi in operatività nel nostro Paese, ce
li hanno lasciati “toccare con mano”, ci hanno condotti all’interno di una
realtà complessa quale quella dell’Aeronautica Militare, attraverso
problematiche, soluzioni e specificità.
Un momento di emozione particolare, soprattutto per
me, certamente non facile da vedere, in quanto non quotidiano, è stata l’uscita
dall’hangar del 1° RMV, per la riconsegna al Gruppo Volo, per terminata fase di
manutenzione, di un “Tornado” del 6° Stormo “Diavoli Rossi” di Ghedi, lo stesso al quale appartenevano i quattro piloti
caduti nell’incidente di Ascoli, e la mente è subito volata al Cap. Mariangela Valentini, la prima pilota donna di Tornado e la prima
donna pilota italiana a cadere in missione, soprattutto, una mia cara amica,
della cui scomparsa, ancora non riesco o non voglio completamente rendermene
conto.
Nel primo pomeriggio, quindi, l’incontro con il Gen.
Lucio Bianchi, comandante del Centro Polifunzionale Velivoli Aerottattici, la struttura operativa che si occupa, tra
l’altro, anche della “Faco” relativa al progetto del
nuovo velivolo F-35 JSF, e del suo assistente, il Magg. Marco Ciolli, caratterizzato anche questo da una grandissima
cordialità e condivisione di valori.
Anche loro, due persone straordinarie, cordiali: due
persone “vere”, tra l’altro appassionate di sci e della Valle d’Aosta.
Al termine, prima di riprendere la strada di casa,
un commento alla giornata: “Una
esperienza unica che… non dovrà restare unica…” è stata la frase sulla quale tutti i
protagonisti hanno ampiamente concordato.
La mattina successiva scrivo a Lucio Bianchi e a
Flavio Guercio un mail per ringraziarli: “Grazie!
è ovvio che ora "tocca a voi" salire in Valle. Sia perché la neve sta
cominciando ad arrivare, questa mattina, a Pila, una spolverata sul Couis e sulla Pera, come fosse zucchero a velo, e qualche
fiocco portato dal vento sul balcone di casa, sia perché il Genepy,
si sa, finisce e... qualcuno lo deve ancora assaggiare.. vero? Per me è stato
davvero un privilegio aver potuto vivere la giornata di ieri!”.
La risposta di Flavio Guercio è pressoché immediata:
“Avere delle persone che amano la nostra
realtà, per noi è motivo di gratificazione. Quindi siamo noi a ringraziare voi
per l’attenzione che ci riservate. Alla prossima!”.
Flavio, credo proprio che….
“ti prenderemo in parola!”.
Stefano Meroni
Foto 1: Lo
scambio dei gagliardetti (da sx.: Stefano Meroni,
Col. Flavio Guercio, Lorenzo Grange, Renato Vilfort,
Mauro Chiattone Bordon).