I giovani
Alpini a lezione di solidarietà
L’incontro tra
i militari del Centro Addestramento Alpino e l’ANA.
“L’Associazione
Nazionale Alpini nasce, come associazione d’arma e di mutuo soccorso tra gli
Alpini a Milano nel 1919, ma, nel corso degli anni, si è evoluta in una realtà
di solidarietà”.
Con queste parole Carlo Bionaz, presidente della Sezione Valdostana dell’Associazione
Nazionale Alpini ha presentato, venerdì 3 febbraio, all’auditorium della
Caserma Cesare Battisti di Aosta, ai militari in addestramento, ormai pronti
per essere assegnati ai vari reparti delle Truppe Alpine, la storia e la realtà
dell’ANA.
Un trascorso ed un presente, e sicuramente anche un
futuro, basato sulla solidarietà, quella solidarietà che per gli Alpini è
sempre stata elemento fondante della loro vita, da quello “spirito di corpo” così forte, forse unico tra le Forze Armate
italiane, che trae origine dal fatto di essere chiamati ad operare in ambiente
duro e spesso estremo, dove la solidarietà e l’aiuto reciproco, in primo luogo
tra compagni, spesso è ciò che fa la differenza.
Oltre 150 gli alpini in armi, volontari da poco
entrati in servizio e che presso il Centro Addestramento Alpino stanno
completando il ciclo di addestramento per l’impiego nei reparti alpini, che
hanno assistito ad una vera e propria lezione di solidarietà.
Solidarietà offerta dall’ANA in Italia ed
all’estero, mentre sullo schermo scorrevano le immagini degli interventi in
Mozambico e a Fossa, in Abruzzo, ricordando le tante missioni compiute dalla
Colonna Mobile Nazionale dell’ANA, di cui anche l’Unità di Protezione Civile
Sezionale di Aosta fa parte, e dall’Ospedale da Campo ANA, unità forse unica,
di cui a giusto titolo si può essere fieri, con gli interventi ad Haiti,
Armenia e Cecenia.
Una realtà che nel 1976, grazie all’intuizione
dell’allora presidente nazionale ANA Franco Bertagnolli.
“Onorare i morti aiutando i vivi”,
dopo il sisma del 6 maggio che colpì il Friuli, diede vita a quello che oggi è
diventata la Protezione Civile, partita proprio dai cantieri realizzati grazie
anche ai contributi, assegnati all’ANA dall’amministrazione degli Stati Uniti
d’America.
Attività, quelle dell’Unità Sezionale di Protezione
Civile, illustrate con le immagini delle ultime tre grandi emergenze, Abruzzo
2009, Emilia 2012 e Marche 2016, dal coordinatore Lorenzo Grange e dal
referente per le relazioni esterne Stefano Meroni.
Ancora una volta, ma del resto, come è giusto che
sia, si è concretizzata quella sinergia tra “veci” e “bocia”,
dove questi termini non vanno intesi come apprezzativi o dispregiativi, ma
piuttosto come dimostrazione di quanto avere la possibilità di tramandare
esperienze, capacita e, soprattutto emozioni e sentimenti, da una generazione a
quelle successive sia, in fondo, la base vera di una società.
Una pratica da sempre applicata dagli Alpini che, se
“copiata” a livello generalizzato nel nostro Paese, sicuramente darebbe ottimi
frutti.
Stefano Meroni
Foto 1: Gli
Alpini con al centro i relatori (da sx.: Stefano
Meroni, Carlo Bionaz, Lorenzo Grange).