Funivia sul
ghiacciaio bloccata: PC ANA presente!
All’alba anche
gli Alpini a portare soccorso ai turisti intrappolati sulla “Panoramique”.
Suona il telefono nel cuore della notte: manca una
manciata di minuti alle quattro.
Il buio… e davanti agli
occhi ti passa il film di una vita.
Già, perché con due genitori anziani, mamma a quota
77 e papà 82 primavere, la domanda, il pensiero, a quell’ora, non va alla
possibilità di una vincita milionaria alla lotteria, bensì a qualcosa di moto
più umano: chi dei due è mancato o è in procinto per farlo?
Fortunatamente è Vitaliano: “ce la facciamo nel giro di un’ora e mezza ad essere a Courmayeur alla
Sky Way?”
Ce la facciamo! Vado in magazzino, prendo il Defender e vado all’appuntamento in aeroporto, carico
Romano, Gianni, Mauro, e Attilio e via verso Courmayeur, dove giungiamo assieme
ai volontari delle altre associazioni del Sistema Regionale di Protezione
Civile.
Le prime luci dell’alba regalano alla Brenva e al Monte Bianco un’atmosfera unica: saliamo a
Punta Hellbronner. Sulla “Panoramique”,
la cabinovia francese che collega Punta Hellbronner
all’Aguille du Midì, ci sono una trentina di persone che hanno trascorso
la notte nelle cabine in quanto l’impianto ha avuto un guasto il giorno
precedente.
Una “brutta faccenda”, complice, forse, un po’ di
colpa dei tecnici francesi che per due ore, dalle 15,30 alle 17,30 del giorno
prima hanno tentato pericolosamente di risolvere un problema di accavallamento
di cavi ritardando la chiamata dei soccorsi sia dalla parte italiana che dal
versante francese, con il risultato di fondere un motore e, causa la discesa
della nebbia e del buio intorno alle 18,30, non consentire la completa
evacuazione di tutti i passeggeri.
Saliamo con coperte e barelle. Mi preparo allo
scenario che incontreremo: nella notte vento e temperatura sotto i +3°, penso a
ipotermia e disidratazione, 17 ore sono tante… troppe
se si potevano evitare.
La “Panoramique” riparte
in manuale, una parte dei passeggeri arrivano all’Aguille
du Midì, 17 a Punta Hellbroner: fortunatamente tutti erano ben equipaggiati,
cosa non scontata visto che per loro era una escursione sì ad alta quota, ma di
qualche ora in funivia.
Qualche bevanda calda, la possibilità del bagno e
ben presto tanta tensione si stempera.
Intervento in quota finito: si torna a Courmayeur e
qui occorre “proteggere” i 17 “sopravvissuti” dal cimento più difficile… l’assalto dei “miei colleghi” giornalisti, tante
volte lavoratori e preziosi informatori, in questo caso davvero “sciacalli” a
cercare lo scoop.
Facciamo muro… qualche spintone… qualche parolaccia, ma alla fine, uno dopo
l’altro, i 17 protagonisti della “brutta avventura” lasciano Courmayeur, chi in
bus, chi in auto e persino una coppia in moto.
Una delle ultime signore a lasciare il parcheggio
della Sky Way in auto ci passa davanti, rallenta e abbassa il finestrino “Grazie, ragazzi! Siete stati fantastici!”,
lo rialza e se ne va.
Poche parole… un attimo
ma.. ecco il senso ed il privilegio di far parte dell’Unità di Protezione
Civile ANA, premio o riconoscimento più bello non avrebbe potuto esistere!
Stefano Meroni
Foto 1: La
squadra ANA intervenuta a Punta Hellbronner